Onorevoli Colleghi! - I pazienti in terapia anticoagulante orale (TAO) sono quei pazienti a rischio colpiti da ictus cerebrale, embolia polmonare, trombosi venosa profonda, infarto del miocardio o a rischio di svilupparlo (cardioperati), e che pertanto sono costretti ad assumere giornalmente farmaci considerati «salvavita».
      Questi farmaci non possono essere somministrati secondo una dose fissa, ma è necessario eseguire controlli periodici di laboratorio mediante un test coagulativo (tempo di protrombina) al fine di regolare opportunamente e giornalmente la dose del farmaco impiegato, in modo da avere un effetto anticoagulante appropriato: né eccessivo (rischio emorragico), né scarso (rischio di trombosi).
      Attualmente in Italia i pazienti in terapia anticoagulante sono circa 600.000. Ma questo numero è in continua crescita perché aumentano le persone sottoposte ad interventi cardiochirurgici e anche perché, grazie al trattamento anticoagulante, sta decisamente riducendosi il tasso di mortalità di questi pazienti.
      La sorveglianza dei pazienti in TAO è costituita da un insieme di varie attività: esami di laboratorio, prescrizione di adeguata posologia, informazione ed educazione dei pazienti, aggiornamento scientifico, controllo e trattamento delle complicanze.
      Diversamente da quanto realizzato in altri Paesi europei, la sorveglianza in Italia è attualmente effettuata in modo sostanzialmente

 

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disorganico. Essa viene svolta da centottanta centri di sorveglianza, istituiti presso istituti ospedalieri e riunitisi spontaneamente nella Federazione dei centri per la sorveglianza degli anticoagulati.
      È da sottolineare che, essendo tali centri sorti per volontà personale di alcuni medici, questa iniziativa, pur essendo molto meritoria, adotta inevitabilmente criteri diversificati fra loro. Esistono peraltro anche nelle grandi città delle vere e proprie sacche nelle quali moltissimi cittadini-pazienti sono lasciati a loro stessi in quanto non opportunamente informati.
      Va infine ricordato che in alcune regioni - in particolare al sud - tali centri sono scarsissimi e affidati a pochi volontari.
      La presente proposta di legge (che contiene sostanzialmente disposizioni analoghe a quelle della legge 16 marzo 1987, n. 115, relativa ai pazienti affetti da diabete mellito) nasce proprio dalle suddette considerazioni e ha l'obiettivo di regolamentare in modo uniforme il sistema di sorveglianza in Italia, di affrontare e risolvere meglio i problemi concreti e le difficoltà presenti nell'attività di monitoraggio della TAO e, infine, di aiutare i centri di sorveglianza già esistenti ad organizzarsi in modo ottimale e a favorire la loro diffusione nel territorio nazionale, nell'ambito di un progetto più generale di prevenzione e di terapia delle malattie cardiovascolari.
 

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